[WikiIT-l] Gesuti e wikipedia: commento

Paola Viotti viottip a yahoo.it
Mar 26 Lug 2005 05:22:52 UTC


il relativismo e' un tema caro al nuovo pontefice.
cosi' caro che poco tempo fa, nelle vesti ancora di
prefetto, ha comminato varie sanzioni disciplinari a
quei teologi che non l'avevano cosi' caro. 

perche' in fondo il discorso dell'autorictas ci
rimanda immediatamente al potere. chi ha l'autorictas
ha sempre avuto il potere di impedire a chi non la
pensava allo stesso modo di lavorare, pubblicare e
persino vivere. 
le universita' sono piene di storie di giovani e
brillanti studiosi dalla vita stroncata da eminenti
professori che avevano un sacco di autorictas, no?

e qui il discorso si fa complesso o meglio spinoso:
chi dice chi ha l'autorictas? e soprattutto chi ce
l'ha ora ce l'avra' fra cento anni? 
faccio parte di una piccola minoranza (sono lesbica) e
dalla poltroncina rossa davanti al mio computer posso
trovare persino esilaranti tutte le parole che medici
e psichiatri hanno scritto su di noi  a partire dalla
meta' dell'800. sono sicura che le donne che vivevano
in quegli anni e che hanno subito, incise nella loro
carne perche' l'infibulazione non e' una pratica solo
africana, quelle parole, ridevano molto meno. 

non credo che wikipedia abbia e neppure possa avere
quelle punte di riflessione negli studi che e' lecito
e giusto ritrovare nei saggi specifici.
e' giusto che si attesti su un livello medio di
conoscenza piu' o meno condivisa. 

personalmente ho trovato molto stimolante
l'elaborazione della parola lesbismo che abbiamo
prodotto in un meeting del nostro gruppo. ci ha
permesso di confrontarci con le diverse conoscenze che
avevamo in materia ma ci ha permesso anche di scrivere
la *nostra* definizione, dopo aver subito per tanti
anni la definizione degli altri. 

e questa che viene in qualche modo visto come una
pecca, la democracita' del mezzo, a me pare che invece
permetta forse non un'elaborazione sottile ma di
sicuro un maggiore controllo sociale. 


in fondo in tempi di scolarita' diffusa come sono
questi che stiamo vivendo un mezzo come questo ha
anche una funzione pedagogica, insegna che cio' che
impariamo puo' essere utile anche ad altri. se penso
gli scantinati delle nostre universita' pieni di tesi
di laurea assolutamente inutili mi chiedo perche' tale
sapere, dove di solito non si trovano delle punte di
pensiero ma dove i dati sono sempre controllati, non
debba diventare patrimonio pubblico. avrebbe piu'
senso anche per chi si trova a scrivere, leggere e
pensare per circa due anni su un unico argomento.

ciao piera



		
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