[WikiIT-l] Gesuti e wikipedia: commento

Valentina Faussone valentina_faussone a yahoo.it
Lun 25 Lug 2005 13:27:14 UTC


" Premessa: quello che sto dicendo qui è un
"mattonazzo" siete avvertiti.
Spadaro ha risposto. Lo ha fatto evidenziando ad
esempio il paradosso del relativismo "assoluto"."


Considerazioni sparse in attesa di leggersi l'articolo
di Spadaro, con ampia libertà di essersi rotti di
leggere alla terza riga e fare altro…

1) Il catechismo oggi on-line sul sito ufficiale del
Vaticano
(per chi volesse:
www.vatican.va/archive/ITA0014/_INDEX.HTM ) recita:
•La legittima difesa
2263 - La legittima difesa delle persone e delle
società non costituisce un'eccezione alla proibizione
di uccidere l'innocente, uccisione in cui consiste
l'omicidio volontario. « Dalla difesa personale
possono seguire due effetti, il primo dei quali è la
conservazione della propria vita; mentre l'altro è
l'uccisione dell'attentatore ». 174 « Nulla impedisce
che vi siano due effetti di uno stesso atto, dei quali
uno sia intenzionale e l'altro preterintenzionale ».
175

2264 - L'amore verso se stessi resta un principio
fondamentale della moralità. È quindi legittimo far
rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende
la propria vita non si rende colpevole di omicidio
anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un
colpo mortale:

« Se uno nel difendere la propria vita usa maggior
violenza  del necessario, il suo atto è illecito. Se
invece reagisce con moderazione,  allora la difesa è
lecita [...]. E non è necessario per la salvezza 
dell'anima che uno rinunzi alla legittima difesa per
evitare l'uccisione di  altri: poiché un uomo è tenuto
di più a provvedere alla propria vita che  alla vita
altrui ». 176

2265 - La legittima difesa, oltre che un diritto, può
essere anche un grave dovere, per chi è responsabile
della vita di altri. La difesa del bene comune esige
che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non
nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori
dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi
per respingere gli aggressori della comunità civile
affidata alla loro responsabilità.

2266 - Corrisponde ad un'esigenza di tutela del bene
comune lo sforzo dello Stato inteso a contenere il
diffondersi di comportamenti lesivi dei diritti
dell'uomo e delle regole fondamentali della convivenza
civile. La legittima autorità pubblica ha il diritto
ed il dovere di infliggere pene proporzionate alla
gravità del delitto. La pena ha innanzi tutto lo scopo
di riparare il disordine introdotto dalla colpa.
Quando è volontariamente accettata dal colpevole, essa
assume valore di espiazione. La pena poi, oltre che a
difendere l'ordine pubblico e a tutelare la sicurezza
delle persone, mira ad uno scopo medicinale: nella
misura del possibile, essa deve contribuire alla
correzione del colpevole.

2267 - L'insegnamento tradizionale della Chiesa non
esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità
e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla
pena di morte, quando questa fosse l'unica via
praticabile per difendere efficacemente
dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.

Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per
difendere dall'aggressore e per proteggere la
sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a
questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle
condizioni concrete del bene comune e sono più
conformi alla dignità della persona umana.

Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo
Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine
rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza
togliergli definitivamente la possibilità di
redimersi, i casi di assoluta necessità di
soppressione del reo « sono ormai molto rari, se non
addirittura praticamente inesistenti ». 177"

La Chiesa Cattolica, quindi, disapprova fermamente la
pena di morte (e difende il valore della vita qui e
altrove). Nel 1995 aveva in tal senso aggiunto una
postilla (dall'Evangelium Vitae) rincarando la dose
della sua disapprovazione che, ripeto, é chiara. Ma in
nessun punto del Catechismo la condanna
esplicitamente.
Quando uscì il catechismo (1992) e io lo studiavo a
scuola, la discussione che ne era nata aveva
chiaramente fatto emergere come fosse stata la
necessità di "rispettare"la potente maggioranza
cattolica americana che aveva fatto omettere la vera e
propria condanna. 
Alla facciazza degli indefettibili principi morali
discendenti da clarissime basi dogmatiche che superano
il crimine del relativismo e che non cedono alla
facile pressione mondana dell'opinione pubblica… 
E inoltre "Quinto: non uccidere" é assai più vecchio
di qualsiasi condanna da parte della Chiesa Cattolica,
poiché assai più vecchio del concetto (come oggi lo
intendiamo) di Chiesa stessa. Se le basi dogmatiche
erano tanto chiare com'è che la Chiesa ha ucciso tante
volte? Ovvio, perché la Chiesa é umana, troppo umana,
come tutti noi e come tutti interpreta le leggi morali
in modo distorto dal momento storico, dalla pressione
sociale, dal punto evolutivo, dai cento se, ma, però
che stanno fra noi e i traguardi della civiltà. 

2) L'America non è uno stato evoluto secondo la
maggior parte degli indicatori usualmente accettati
per definire un stato come tale. E' uno stato
occidentale, é uno stato tecnologicamente avanzato, é
(più esatto dire era) uno stato ricchissimo. Nessuna
di queste cose lo rende evoluto nel senso di civile,
etico, propugnatore di diritti civili che accorda
parimenti a tutti e con mezzi di civile rispetto.
Ricordo al gentile uditorio che fino a qualche anno fa
negli US era ammessa la pena di morte per i minorati
mentali, lo era sino all'anno scorso per i minorenni,
che gli US vantano il 75% dei serial killer censiti
(fonte FBI).
Ricordo anche che in numerosi stati lo stato si
intromette nella vita privata dei cittadini in modi
che nemmeno la chiesa si sogna. Un esempio: negli
stati dell'Idaho, Utah, Louisiana, Mississipi,
Florida, Alabama, South Caolina, North Carolina,
Virginia il sesso anale é vietato solo per gli
omosessuali.
In altri stati (Kansas, Oklaoma, Texsas e  Missouri) é
vietato il sesso anale e orale quale che sia il sesso
dei partner, anche se consenzienti. In altri é vietato
il sesso tra non sposati (fornicazione e adulterio).
Nel 2003 una corte costituzionale ha, bontà sua,
dichiarato la legge incostituzionale in Texas perché
lesiva della vita privata dei cittadini.
Fino a quest'anno, se il tuo partner, conscio di
essere malato, ti avesse attaccato una malatia
sessuale durante un rapporto consenziente e non foste
stati sposati il tribunale della Virginia non ti
avrebbe riconosciuto il diritto di chiedere i danni,
poiché entrambi sareste stati complici di un crimine
contro la legge (fonte CNN; caso Martin vs. Ziherl: fu
proprio questo caso che fece dichiarare
incostituzionale la legge sull'adulterio in appello).
Fino agli anni 60 la legge era in vigore in tutti gli
stati. 
Se invece uno ti entra in casa e non si ferma al tuo
alt viola il tuo diritto e la tua privacy quindi gli
puoi sparare un colpo in fronte e non essere
perseguibile, anche se la persona é minorenne,
straniera, o disturbata. 

Oltre a definire "Relativismo", sarebbe oltremodo
interessante vedersi definire anche "Civile", come
riferito ai concetti di stato società e comportamento
(quantomeno) pubblico.

3) "io la vedo così... io credo così..." e solo perché
è giudizio personale sembra avere un grosso valore.
Mentre sarebbe opportuno che le persone, a cui viene
dato potere di decisione, decidessero su altre basi,
meno personali."
Il giudizio di un uomo ha due volti: la responsabilità
morale che quell'uomo deve assumersi verso di sè e
verso gli altri e il dovere degli altri di non
trasformare il giudizio (chiamiamolo così) di merito
su ciò che l'uomo dice, in giudizio di valore sulla
persona per poi con quel giudizio giustificare le già
note nefandezze o untuosità. 
Mi spiego: Se tizio sostiene un'opinione qualunque,
lesiva della responsabilità civile e morale che lo
lega ai suoi simili e si trincera dietro al fatto "che
lui la pensa così" tagliando ogni forma di confronto e
di dialogo secondo voi è un relativista o é
semplicemente un individuo scorretto e moralmente
pigro vestito da festa? 

4) L'"opinione propria" non coincide necessariamente
con l'"opinione personale": la mia opinione può essere
universale, perché non lede la responsabilità che
porto verso gli altri e magari é d'aiuto ad una
riflessione comune, eppure é intimamente mia e mi vede
pronta a riconoscerne l'adesione, la paternità, la
responsabilità.

5) La Chiesa Cattolica fa male a condannare qualsiasi
cosa non abbia definito prima, come qualsiasi altro
interlocutore. Perché é come scendere a fare un
"incontro di box" (passatemi il paragone un pò
diretto) senza averne dichiarato le regole. E inoltre
condanna i frutti di un albero che non riesce nemmeno
a descrivere? Certo che sarà ben facile ai suoi poveri
e imbelli figlioli salvarsi dalle sue grinfie
sataniche, visto che nemmeno si sa se é un cespuglio o
un albero d'alto fusto. 
Accettando la (non) definizione di relativismo come
"basta dire io la penso così e tutto va bene, posso
dire ciò che voglio" vestiamo a nozze con roboanti
definizioni di derivazione filosofica ben precisa (e
ben distinta in alcuni casi) quello che é a tutti gli
effetti un diffuso malcostume che nasce dalla cronica
pigrizia intellettuale, morale e legale dell'uomo. E
accettiamo di non avere argomenti da contrapporre a
tanta superficialità, mentre gli argomenti ci sono e
andrebbero discussi.
E' un filo surreale che (noi e altri) si discuta sulla
bontà o meno di critiche rivolte a qualcosa che
continua a restare priva di definizione e che pertanto
rimane, intrinsecamente, difficile da discutere… Se
Spadaro ha fatto dei progressi in tal senso gliele
sono grata (e non lo dico con polemica), ma gradirei
di sapere quali sono.
E concludo chiedendo: come si fa a definire "assoluto"
una forma (relativismo) di cui si continua a non dare
una definizione non dico univoca, ma almeno abbozzata,
iniziale?

Mi piacerebbe leggere l'articolo di Spadaro. Qualcuno,
ad esempio lui, può fornirlo?


	

	
		
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